Oggi voglio condividere con voi la storia di Alex (nome di fantasia), un professionista di grande talento che si è trovato bloccato in un ciclo di ruminazione continua e ansia. 

Alex è un professionista, di un settore di nicchia molto specializzato, meticoloso e preciso, noto nel suo settore per la sua competenza. Eppure, nonostante il suo innegabile valore, si sentiva costantemente sottovalutato e sottopagato dai clienti e fornitori. La sua polemica interna era continua: “Perché non riescono a riconoscere il mio valore?” Questa frustrazione, unita a un perfezionismo esasperante, lo portava a sentirsi intrappolato in una spirale di autosabotaggio e burnout.

Consapevole di questo schema mentale, Alex aveva già intrapreso un percorso di terapia, dove aveva acquisito una certa consapevolezza delle sue dinamiche interiori. Tuttavia, per quanto chiara fosse diventata la comprensione del suo funzionamento, non riusciva a modificare i suoi comportamenti: l’ansia sottostante lo teneva ancorato alle sue abitudini, impedendogli di autoregolarsi in modo efficace. La sensazione di non essere mai abbastanza, di dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, diventava un peso che lo bloccava nelle decisioni e rendeva il suo lavoro una fonte di stress insostenibile.

Così, su suggerimento del suo terapeuta, Alex ha deciso di intraprendere un percorso di coaching con me. L’obiettivo? Superare l’ansia e trovare una strada che gli permettesse di vivere il suo lavoro con maggiore serenità e autoregolazione.

Era chiaro che il suo problema richiedeva un approccio diverso. Abbiamo deciso di lavorare su due fronti: il coaching e il neurofeedback.

Attraverso il coaching, abbiamo iniziato un percorso di introspezione e consapevolezza. La prima fase è stata quella di prendere consapevolezza dei suoi punti di forza e del valore aggiunto che apportava rispetto ai suoi competitor. Alex ha imparato a guardarsi con occhi diversi, riconoscendo la sua unicità professionale e la sua capacità di offrire soluzioni di alta qualità. Questo processo, unito a diversi esercizi di coaching personalizzati, ha portato a un cambiamento significativo nella percezione che aveva di se stesso: da vittima delle circostanze, è passato a vedersi come un professionista capace di influenzare attivamente la propria realtà.

Ma il coaching da solo non sarebbe stato sufficiente. Qui è dove il neurofeedback ha svolto un ruolo cruciale. Grazie a questa tecnica, Alex ha potuto osservare in tempo reale come il suo corpo, il suo stato d’animo e il suo approccio agli eventi rispondevano allo stress e alle critiche. È stato un viaggio verso l’auto-regolazione emotiva: attraverso l’allenamento cerebrale, Alex ha imparato a non vivere più i commenti dei clienti come attacchi personali. Ha sviluppato una distanza emotiva che gli ha permesso di affrontare le situazioni con maggiore lucidità e meno coinvolgimento emotivo.

Uno degli aspetti più sorprendenti del percorso di Alex è stato il modo in cui il neurofeedback gli ha permesso di entrare in uno stato di “flow.” Lo stato di “flow” è una condizione mentale in cui ci sentiamo completamente immersi e concentrati in un’attività, al punto da perdere la cognizione del tempo e dello spazio. È quella sensazione di essere talmente assorbiti in quello che stiamo facendo che tutto fluisce senza sforzo. Le azioni sembrano naturali, automatiche, e tutto scorre in modo armonioso. Durante il “flow”, siamo più produttivi, creativi, e raggiungiamo risultati migliori, poiché la mente è focalizzata al massimo. Dopo alcune sessioni, ha iniziato a sentirsi più leggero, come se il suo cervello avesse fatto una pausa rigenerante. Quella cosa che prima sembrava impossibile da fare, perché bloccato dalla stanchezza mentale e dalla tensione, ora riusciva a farla con naturalezza. Era come se, dopo una lunga settimana di ferie, la sua mente avesse ritrovato la chiarezza e la forza necessarie per affrontare le sfide.

Con il passare delle settimane, abbiamo anche messo in atto azioni concrete per cambiare la sua situazione lavorativa. La differenza? Questa volta, grazie all’allenamento cerebrale, Alex è riuscito a fare quei cambiamenti che da anni cercava di attuare senza successo. Colleghi e amici gli avevano sempre dato consigli, ma solo ora, grazie al percorso fatto insieme, è stato in grado di mettere in pratica ciò che aveva bisogno di fare per trovare il suo equilibrio e ritrovare la serenità.

La storia di Alex è un esempio di come il coaching e il neurofeedback possano lavorare in sinergia per apportare un cambiamento profondo e duraturo. Attraverso la combinazione di autoanalisi, sviluppo della consapevolezza e allenamento cerebrale, Alex ha potuto trasformare la sua ansia e la sua frustrazione in forza e chiarezza.

Se ti rivedi in questa storia e senti che è il momento di fare un cambiamento significativo nella tua vita, ti invito a esplorare il potenziale del coaching e del neurofeedback. La prima consulenza è gratuita: insieme possiamo trovare la strada per trasformare le tue sfide in opportunità. 

Scrivimi: devecchi.federica@gmail.com

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